Storicamente attestati come eunuchi, nel XVII secolo i cantanti “castrati” – all’inizio esclusivamente italiani – divennero i preferiti dai compositori d’Opera di molte nazioni grazie alle loro voci che si distinguevano nei registri superiori da quelle di entrambi i sessi. Un ruolo di primo ordine che i falsetti moderni hanno tentato di riconquistare.
Venivano descritti come capricciosi con vite personali spesso colorite, ma sempre fisicamente riconoscibili, poiché l’operazione eseguita in tenera età, spesso influenzava il loro sviluppo fisico. Numerose descrizioni sono giunte fino a noi. Mozart li scritturò in 9 opere e 22 drammi musicali.
Continuarono a far parte del coro della Cappella Pontificia fino al 1903, quando uno degli ultimi, Alessandro Moreschi, ne uscì.
L’incontro si terrà in lingua inglese.
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